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Grammatica: verbi. Metti via quel cellulare. Un papà. Due figli. Una rivoluzio...

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Grammatica: verbi.

Metti via quel cellulare. Un papà. Due figli. Una rivoluzione.

 

Leggi il testo seguente, poi completalo con i verbi tra parentesi nei modi e tempi adeguati; puoi scegliere tra: indicativo presente, passato prossimo, imperfetto, congiuntivo presente.

 

«Aldo Cazzullo si rivolge ai figli e a tutti i ragazzi: li invita a non confondere la vita virtuale con quella reale, a non bruciarsi davanti ai videogame, a non andare sempre in giro con le cuffiette, a non rinunciare ai libri, al cinema, ai concerti, al teatro; e soprattutto a salvare i rapporti umani con i parenti e i professori, la gioia della conversazione vera e non attraverso le chat e le faccine.

I suoi figli, Francesco e Rossana, rispondono spiegando al padre e a tutti gli adulti il rapporto della loro generazione con il telefonino e con la rete: che consente di vivere una vita più ricca, di conoscere persone nuove, di mettere lo studente al centro della scuola, di leggere i classici.

Ne nasce un dialogo serrato, sui rischi e le opportunità del nostro tempo […]»

Aldo Cazzullo, Metti via quel cellulare. Un papà. Due figli. Una rivoluzione, Milano, Mondadori, 2017.

 

 

«Non è possibile che, quando andiamo in pizzeria, anziché i vostri volti mi veda sempre davanti i vostri cellulari.

Non è possibile che, quando entriamo in un albergo, come prima cosa voi due, Francesco e Rossana, (chiedere) la password del wi-fi.

Non è possibile che ovunque si vada, all’estero o in Liguria dai nonni, voi due vi (portare) dietro il vostro piccolo mondo, chiuso nel telefonino.

Vi ricordate quella gita in Provenza? I campi di lavanda in fiore (essere) bellissimi; ma voi non li guardavate; eravate sempre chini sui cellulari.

Vi ricordate domenica scorsa a casa dei nonni? (Voi-essere) assenti, distanti, tutti presi dallo smartphone. Ed è un peccato, perché l’amore a cerchio di vita tra i nonni e i nipoti (essere) meraviglioso. So che voi (essere) molto legati ai nonni, che vi adorano. Per questo non dovreste perdere l’occasione di ascoltare la loro storia, perché sono la generazione che (conoscere) il fascismo, la guerra, la ricostruzione […]. Le loro storie non sono noiose, anzi, tornano utilissime alla vostra generazione, che (considerarsi) la più sfortunata della storia mentre è la più ricca di opportunità. E tra le opportunità, lo so, (esserci) anche la rete. (Esserci) anche il cellulare. Ma non così.

Si vive con lo specchio in mano. Siete una generazione con lo sguardo basso; e l’immagine riflessa su cui (voi-essere) sempre chini è la vostra. Non ve lo dico come polemica, ma con infinito amore e un po’ di preoccupazione, perché vedo in voi i primi sintomi della malattia che (contagiare) già per primi noi adulti: il narcisismo di massa.

Spero che ormai vi (essere) chiaro: il cellulare in realtà è uno specchio. […] Non riusciamo a stare senza per cinque minuti. E lo usiamo per far sapere agli altri quello che facciamo, pensiamo, mangiamo, beviamo, sogniamo. Ma in realtà stiamo parlando da soli. Perché agli altri di noi non importa nulla.

In rete tutti (chiacchierare) , molti (gridare) , qualcuno (insultare) , (minacciare) , (calunniare) ; e nessuno (ascoltare) . […]

La rivoluzione digitale è il più grande rincoglionimento di massa nella storia dell’umanità».

 

Aldo Cazzullo, Metti via quel cellulare. Un papà. Due figli. Una rivoluzione, Milano, Mondadori, 2017, pp. 3-4.

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